Restaurare Timone
Restaurare il timone dell'aquilone
In questa pagina Primo darà esempio di restauro di due parti di uno degli aquiloni di Medio che è tutt'ora esposto e conservato presso il Centro La Lucertola, promossi e tutelati dall'Associazione La Lucertola e del forte, costante, supporto offerto dal team Geniali da Piccoli.
Vi accorgerete presto che la procedura di restauro di un aquilone fatto di colla, carta velina e stecche di canna di fiume, richiede molta attenzione e molte operazioni diverse in sequenza, soprattutto se si desidera operare in forma consevativa e secondo le tecniche che Medio stesso utilizzava.
Perciò,
quanto vi verrà mostrato e descritto, ed indirettamente questo diventa anche una sorta di "lezione" su come Medio costruiva i suoi aquiloni artistici; e di quanto Primo ha assistito ed assimilato quando andava a "bere come una tisana" i racconti del buon Medio, nel suo garage-laboratorio.
Noterete dalle immagini e dai testi di commento che Primo mantiene fede alla tradizione manuale dell'arte dell'aggiustare un aquilone tradizionale, ricorrendo a forbici, spago, carta velina ed altri rudimentali strumenti del fai da te... di poco prezzo, di basso o nulla impatto ambientale.
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Il timone dell'aquilone è veramente malridotto.Il tempo lo ha consumato e reso inefficiente per guidare l'aquilone in volo. La vela la struttura ne sono compromesse |
Primo comincia a rimuovere pazientemente la carta dalla struttura che ancora la sostiene |
Per ripulire la struttura dai pezzettini di carta che non sono stati ancora rimossi Primo fa uso di un cutter, che aiuta a raschiare via i pezzettini più minuti. |
L'operazione deve essere effettuta con minuzia. Infatti essa prepara una delle fasi successive: ricostituire la vela con una velina nuova, incollandola sulla struttura. |
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Ma prima di ricostituire la vela si dovrà operare anche sulla struttura, che risulta rotta in un suo incrocio |
Innanzitutto, Primo distribuisce della colla liquida sul listello che mostra la frattura. |
La colla deve essere distribuita minutamente tutt'attorno al listello, sia per dare occasione al listello di ricongiungersi, che per farvi bene aderire le toppe |
Ma prima di aggiungere le toppe, Primo usa un uncino - ricavato artigianalmente da un filo di ferro - pe realizzare dei fori |
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Con l'uncino operare un foro sulla carta velina affianco all'incrocio delle stecche |
L'uncino ha una sezione pari o poco superiore alla sezione dello spago che verrà utilizzato per annodare il crack che è sulla stecca |
Poi passare il filo nel foro,e riprenderlo da sotto, per poi farlo ripassare in un nuovo foro. |
Fico che entra in un nuovo foro affianco alla stecca rotta |
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Nuovo giro di spago in nuovi fori praticati nella carta velina |
Legare lo spago attorno alla stecca anche considerando il sotto dell'aquilone |
La fine legatura che più volte e passata attorno alla stecca rotta, un pò la recupera: essa resta in verticale. |
Ma per assicurare una buona durante l'aggiunta delle toppe, tenuta, Primo aggiunge un tirante. |
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Il tirante lega il centro dell'archetto del timone con il bordo dell'aquilone |
Con attenzione si effettuano fori sulla carta velina vicina al bordo e oi si annoda |
Se il nodo e la tensione del filo sono ottimali,allora l'archetto si mantine perpendicolare da se |
Con una presa forte si effettua il nodo che fissa l'achetto alla sua posizione perpendicolare con la vela grande dell'aquilone |
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Aggiungere la prima toppa sull'incrocio di stecche |
Sovrapporre una nuova toppa sulla prima |
Sovrapporre altra toppa, con minuzia per coprire anche il dietro dell'incrocio |
Piccole toppe per coprire il tutto |
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Il tirante sotto tensione visto da altra angolazione, completo di più strati di toppe |
Infine si aggiunge altra nuova velina della forma dell'archetto, per ricostruire il timone |
Restaurare le frange del bordo posteriore dell'aquilone